Cosa mi hai portato a fare CODING se non mi vuoi più bene?

Qualche settimana fa’ un’insegnante del comprensivo scolastico che i miei due figli frequentano mi chiede: “Ma perché non ci fai un seminario sul CODING? Se ne parla in giro da tanto. Noi stiamo cominciando a fare delle cose, ma cosa c’è di nuovo rispetto ai metodi forse un po’ più tradizionali per imparare a scrivere algoritmi?”

Eh si, ho pensato, ma cosa c’è effettivamente “di nuovo” rispetto a quando negli anni ’80 ho imparato a programmare? Come spiegarlo? Un’impresa non facile 🙂

Però ho accettato la sfida ma mi sono anche posto un’altra domanda, probabilmente sottesa a alla stessa domanda del docente: ma a che serve il CODING? Perché i miei figli, una di 5 anni, e l’altro di 10 anni devono fare i conti con il CODING, anche se poi nella vita faranno ciò che credono?

Altra domanda: come faccio a convincere che il CODING è necessario, diverso ma anche uguale ad altri metodi che aiutano a strutturare la soluzione di un problema, cosa ancora più sfidante: come diavolo faccio a tenere fermi e seduti una sessantina di insegnanti di materne, elementari e medie scalmanati e con una varianza di età molto ampia per 2 ore e convincerli che il CODING è importante? Sfida ancora più ampia della precedente, vi assicuro 🙂

Allora ho provato, ma sono partito dalla domanda essenziale, secondo me, che tutti dovrebbero porsi:

Come preparare i nostri figli per un lavoro che i genitori non conoscono ancora?

Dicendo che partivo da questo, gli insegnanti si sono un po’ calmati, anche perché, come gli ho detto, chi meglio di loro può guardare il futuro? Loro, in un certo senso lavorano nel futuro, tutti i giorni.

Per rispondere alla domanda chiave di prima la mia storia parte da lontano, dal 1589 per la precisione. Quando a William Lee di Calvestone (https://it.wikipedia.org/wiki/William_Lee) Elisabetta I d’Inghilterra gli negò il brevetto del telaio da maglieria che aveva inventato per il timore della sovrana che quella macchina avrebbe tolto il lavoro a tanti sudditi.

Questo amore-odio tra machine e uomini non è evidentemente solo di quel tempo. Direte.

Sposto l’orologio del tempo in avanti e vado nel 1900, in USA per la precisione. Sapevate che gli Stati Uniti nel 1900 contavano il 40% della popolazione lavorativa impiegata nel settore agricolo? Un secolo dopo questa percentuale era scesa al 2%. La cosa interessante però è che i disoccupati nel novecento erano il 5% e un secolo dopo 4.3%. Quindi saranno pure scomparsi alcuni tipi di lavoro ma, nello stesso tempo, sono rinati sotto altre sembianze, se giudico i numeri.

Dopo tanti fatti, cifre, sistemi e numeri su come le professioni stanno cambiando e di come le macchine sono lì sempre più a compensare i nostri gap e a farci fare il lavoro con più precisione arrivo a chiedermi: “ma quali sono le competenze e le abilità resistenti a questi cambiamenti?

Poi abbiamo fatto CODING assieme con Scratch!

Intuite certamente il finale, ma non voglio svelarlo 🙂

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Ho messo su slideshare il “finale” e il deck che ho costruito per raccontare la mia storia: https://www.slideshare.net/pieroleo/coding-a-cosa-serve . Magari è utile ad altri genitori….

Ringrazio tanto il Dirigente del I° Comprensivo “De Amicis (http://www.deamicisceglie.gov.it/) di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, Prof. Francesco Dell’Atti, che mi ha invitato e dell’impegno che lui e il suo team “IT” mette in atto per far capire che il CODING è importante per i nostri figli.

PS. Nel deck ci sono vari link a video su youtube sistemi di vario genere.

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